Colloquio tra Erdogan e Meloni sulla Siria: focus su integrità territoriale, stabilità regionale e il rimpatrio volontario dei rifugiati.
La situazione in Medio Oriente è al centro del dibattito internazionale. Recep Tayyip Erdogan, presidente turco, ha avuto un colloquio telefonico con la premier italiana Giorgia Meloni, durante il quale ha definito le recenti operazioni israeliane in Siria come un’“aggressione”. Secondo Erdogan, queste azioni militari «non contribuiscono alla stabilità della Siria», dove si teme una possibile frammentazione territoriale.
Durante la telefonata, Erdogan ha ribadito l’importanza di preservare l’unità territoriale della Siria. Anche Meloni ha espresso una posizione chiara in linea con Ankara, sottolineando «l’importanza di preservare l’unità e l’integrità territoriale della Siria e di assicurare una transizione pacifica e inclusiva che possa anche contribuire alla stabilità regionale».
Dichiarazioni di Erdogan sull’integrità della Siria
Erdogan ha affermato che «non possiamo permettere che la Siria venga nuovamente divisa», evidenziando la necessità di mantenere l’integrità territoriale per garantire una stabilità a lungo termine. Secondo il presidente turco, le azioni militari di Israele rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.
Da parte italiana, Palazzo Chigi ha precisato che Meloni ha sottolineato l’urgenza di proteggere i civili e di garantire «l’incolumità di tutte le minoranze presenti in Siria, inclusa quella cristiana». L’obiettivo, condiviso da entrambi i leader, è lavorare per una Siria unita, stabile e sicura.
Rimpatrio volontario dei rifugiati siriani
Un tema centrale del colloquio è stato il piano di rimpatrio volontario dei rifugiati siriani attualmente presenti in Turchia. Erdogan ha discusso anche con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, annunciando che «il processo di rimpatrio volontario dei siriani è stato pianificato e i lavori per la ricostruzione della Siria accelereranno il rimpatrio».
Il ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, ha spiegato che la Turchia può gestire il ritorno di circa 20.000 rifugiati al giorno. Al momento, si stima che ci siano oltre 2,9 milioni di siriani rifugiati in territorio turco. Questo progetto mira a garantire un rientro sicuro e sostenibile, contribuendo a decongestionare il sistema di accoglienza turco e favorendo la stabilità della regione.